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Cop Land
Garrison, New Jersey, cittadina alle porte di New York: è qui che si rifugiano i poliziotti della Grande Mela per sfuggire all'atmosfera irrespirabile della metropoli nella quale, disprezzati ed ormai inutili, sono costretti ad immergersi quotidianamente. Una città di sbirri, quindi, e come tale una zona franca, al di fuori di ogni controllo, dove la legge ha due facce, quella sorniona dello sceriffo Freddy Heflin e quella implacabile di Ray Donlan, il più autorevole fra i poliziotti newyorchesi, unici veri padroni della città. E' questa la Cop Land di James Mangold, regista trentaquattrenne al suo secondo lungometraggio dopo il fortunato esordio con l'apprezzatissimo Dolly's Restaurant, Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival 1996.
Appesantito dagli anni e dall'alcol, Freddy Heflin (Sylvester Stallone) non rappresenta che un simulacro della legge, costretto a dirigere il traffico ed a tenere a bada i ragazzini di un paesino che non lo rispetta. Il suo sogno, fin da ragazzo, era quello di diventare un vero poliziotto, di quelli che rischiano la vita al di là del ponte, ma un incidente, la perdita parziale dell'udito dopo aver salvato una ragazza che stava affogando, non ha mai permesso che potesse realizzarsi. Oggi, però, è successo qualcosa di grosso, qualcosa che rischia di turbare persino la tranquilla stabilità di Garrison e che dovrà necessariamente riguardare lo stesso sceriffo, chiamato in causa da Moe Tilden (Robert De Niro), investigatore degli affari interni della polizia, deciso a farla finita con lo strapotere di Donlan (Harvey Keitel) e compagni. Un giovane poliziotto, Murray Babitch, fino ad un momento prima scintillante eroe da copertina per aver salvato tre bambini da un incendio, rischia di venire dato in pasto ai mass media per essere trasformato in un mostro, in seguito all'uccisione di due ragazzi che stavano fuggendo su di una macchina rubata; i suoi colleghi cercano subito di aiutarlo, insabbiando le acque, fabbricando prove inesistenti, ma Babitch, disperato, si butta giù dal ponte. Questo, almeno, è quello che scriveranno i giornali del mattino, continuando a dipingerlo come un eroico poliziotto, ma il ragazzo, in verità ed all'insaputa di tutti, è stato fatto sparire dai suoi amici. Per poi riapparire a Garrison...
Parata di stelle e nulla di più, Cop Land vede, in effetti, il solo Stallone nelle vesti del protagonista (da Oscar la sua interpretazione), mentre la presenza di Robert De Niro è quasi limitata ad una semplice apparizione. Sono quindi il tormento interiore e l'acquisizione di una propria coscienza da parte dello sceriffo Heflin ed il suo incontro/scontro con Donlan e gli altri poliziotti, con tutto ciò di magico che per lui rappresentano, ad essere al centro di un film dalle scarse emozioni che, dopo oltre un'ora di staticità assoluta, persi nei meandri della mente, ben poco brillante, del povero tutore della legge, perennemente incerottato dopo un'uscita di strada del tutto avulsa dai meccanismi della vicenda, ci catapulta nell'ennesimo scontro finale fra il bene e le forze del male, ovviamente soccombenti, con il nostro sonnecchiante Rambo che si trasforma, ancora una volta, in una perfetta macchina di morte al servizio della giustizia.. © 1997 reVision, Carlo Cimmino
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