"Satura", uscito nel 1971, segnò l'inizio di un nuovo stile poetico di Montale, adeguato non solo al mutamento dei tempi sul piano sociale e politico, ma anche alla diversa concezione della poesia stessa.
Il titolo "Satura" allude al genere letterario latino che ebbe lo stesso nome e fu contraddistinto, oltre che dall'impegno morale applicato alle occasioni comuni del vivere, anche da una molteplicità di interessi culturali. Con questo libro, in effetti, Montale da inizio a una poesia legata alle occasioni quotidiane, alla cronaca, sua e degli altri, indagata con un'intelligenza lucida e tagliente, e con un'ironia che demistifica ideali e forme di comportamento.
"La storia non è poi/ la devastante ruspa che si dice/ Lascia sottopassaggi, cripte, buche/ e nascondigli. C'è chi sopravvive/ La storia è anche benevola: distrugge/ quanto più può: se esagerasse, certo/ sarebbe meglio, ma la storia è a corto/ di notizie, non compie tutte le sue vendette.
La storia gratta il fondo/ come una rete a strascico/ con qualche strappo e più d'un pesce sfugge/ Qualche volta s'incontra l'ectoplasma/ d'uno scampato e non sembra particolarmente felice/ Ignora di essere fuori, nessuno glie n'ha parlato/ Gli altri, nel sacco, si credono/ più liberi di lui."
E. Montale
Edited by ilpoeta59 - 9/1/2004, 01:35