Si, è Mafalda del grandissimo Quino!Mafalda doveva servire da supporto per la campagna pubblicitaria di un’azienda di elettrodomestici. L’agenzia voleva una striscia con certe caratteristiche: tipica famiglia del ceto medio e un personaggio che avrebbe dovuto richiamare nel nome le due lettere del marchio dell’azienda: una M ed una A. Quino dà il nome di Mafalda alla bambina della famiglia, nel ruolo collaudato di “enfant terrible”. Il cliente dell’agenzia non porta avanti il progetto di campagna e Quino archivia le poche strisce fatte.
E’ il 1963.
L’anno dopo il “Primera Plana”, allora il più importante settimanale argentino d’informazione, chiede a Quino una collaborazione fissa, satirica ma “diversa”.
Mafalda esce dal cassetto e comicia a vivere sulla carta stampata. Dopo qualche mese diventa una striscia quotidiana. Nel 1968 sbarca in Italia ed Europa. E’ l’inizio di una lunga avventura che porterà la piccola contestatrice di minestre a diventare uno dei più popolari personaggi nati dalla matita di un cartoonist.
Quino i suoi personaggi deve tenerli a bada. Quando ne parla sembra quasi che tema di non poterli controllare.
“Mi accorgo di disegnare sempre dei personaggi, mio malgrado. Forse è inevitabile, forse è necessario. A me sembra un po’ una pirlata. Magari si passa un sacco di tempo a guardare e osservare la gente seduta al bar e poi si disegna sempre lo stesso personaggio, lo stesso tipo, lo stesso cane, lo stesso asino. Mi fa arrabiare questa cosa. Ma funziona.”
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