| Leggendo questa intervista del 2003 ( a Venezia ) il contenuto ha un significato maggiore:
Adesso basta con Rambo!
“Sono stufo di essere un’icona dell’Era Reagan. D’ora in poi cambio tutto”. Al Lido per Spy Kids 3, Stallone parla di svolta, si scusa con il giornalista Rai aggredito da una sua guardia del corpo e annuncia: “Rocky VI non si farà mai, perché bloccato dalla produzione. Torno sul set con una storia vera di rapper e poliziotti corrotti”.
“Sono stufo di essere considerato un’icona dell’Era Reagan, voglio passare a una nuova fase della mia carriera”. A Venezia per la presentazione di ‘Spy Kids 3’, Sylvester Stallone spiega così la sua partecipazione al terzo capitolo della saga per bambini diretta da Robert Rodriguez e interpretata accanto a Salma Hayek e Antonio Banderas. “Non ho mai scelto di essere un attore d’azione – racconta -. E’ capitato quasi per caso. Il successo di ‘Rocky’ prima e ‘Rambo’ poi, mi hanno cucito addosso un’etichetta da cui sto disperatamente cercando di liberarmi”. “Negli anni ’80, la congiuntura politica era diversa e la Guerra Fredda al suo culmine – prosegue Stallone -. Così sono diventato una facile bandiera del reaganismo, anche un po’ mio malgrado”. Pur definendosi “patriota”, l’attore dice di non condividere la conduzione americana delle operazioni in Irak: “L’intervento era stato pensato a fin di bene – dice -. Ma abbiamo visto tutti come è andato a finire”. Stallone prende poi le distanze dalla scelta di Schwarzenegger di entrare in politica: “Buon per lui perché sta inseguendo un sogno – commenta -. Ma deve stare attento a non perdere la faccia. Recitare è una cosa, confrontarsi con la realtà un’altra. Soprattutto quando è in ballo il destino delle altre persone”. Eterni rivali sullo schermo negli anni ’80, Schwarzy e Sly non si confronteranno però mai sui banchi del parlamento. “So che la gente si aspetterebbe da me una scelta del genere – dice Stallone -. Ma non ci penso nemmeno. Ho l’umiltà di ammettere che non ne sarei in grado”. Cinquantasette anni e ancora in splendida forma, l’attore continua invece a guardare al cinema. “Il mio prossimo progetto è 2 Notorius, un film da me scritto, diretto e sceneggiato”. Il lungometraggio, di cui per il momento esiste ancora soltanto il soggetto, si ispira alla morte dei rapper americani 2 Pac e Notorious Big, avvenuta nel corso di una sparatoria nel 1997. “La versione ufficiale delle autorità imputava l’accaduto a una faida tra bande di rapper – racconta Stallone -, ma poi sono emersi dei dubbi sul coinvolgimento della polizia. E allora mi sono messo a indagare”. Nel film, Sly dovrebbe interpretare il ruolo di un detective che, impegnato a scoprire la verità, viene minacciato e ostacolato nelle sue indagini dalle stesse forze di polizia. “Peccato invece per ‘Rocky VI’, ma non si farà mai – prosegue Stallone -. Ci tenevo molto e avevo già pronto il soggetto, ma la produzione che detiene i diritti lo ha bloccato”. Sly commenta l’impossibilità di realizzare il sesto episodio della fortunata saga iniziata con l’Oscar nel 1976, parlando di “grande rammarico”. “Mi dispiace davvero molto – spiega l’attore -. Per me aveva un grande significato, perché avrebbe rappresentato la conclusione definitiva del ciclo. Ma purtroppo ho venduto i diritti, e se la produzione che li detiene non cambia idea, non posso neanche autoprodurlo”. A differenza dei precedenti, spiega Stallone, ‘Rocky VI’ era stato concepito come una ‘riflessione sulla vecchiaia e l’importanza di coltivare i propri sogni e le proprie passioni’. Nel soggetto, scritto dallo stesso attore, il pugile Rocky Balboa non si rassegna infatti alla propria vecchiaia e si ostina a voler tornare sul ring, semplicemente per non perdere il senso della propria esistenza. “Il messaggio che avrei voluto mandare è quello di non smettere mai di sognare – conclude Stallone -. Proprio come faccio io oggi, che a 57 anni ancora non mi arrendo”. In conclusione, l’attore si scusa per l’aggressione subita ieri dal giornalista Rai Tonino Pinto da parte di un suo bodyguard e spende per lui parole di conforto: “Sono davvero costernato per quello che è accaduto. Non conoscevo la guardia del corpo che lo ha colpito e non so cosa ne sia stato di lui, ma spero lo abbiano licenziato”. “So che il giornalista italiano è stato portato all’ospedale ma purtroppo non mi è stato possibile andarlo a trovare – ha detto Stallone -. Mi scuso di nuovo con lui e gli auguro una pronta ripresa”. Dell’accaduto, Stallone racconta poi di non aver “visto il esattamente il momento” in cui Pinto è stato atterrato. “Quando mi sono girato l’ho trovato già a terra - dice -. Mi sono precipitato a soccorrerlo e poi sono andato dalla guardia del corpo che lo aveva colpito. Non sapevo neanche chi fosse, ma l’ho rimproverato a male parole. Non riesco a immaginarmi come gli possa essere venuto in mente di fare una cosa del genere”.
Mentre per Rocky VI pare che le cose siano cambiate,dalle parole del Nostro traspare evidente che ha appeso una volta per tutte il mitra al chiodo!!!!!( e senza nominarlo avrà pensato:"che Rambo sarebbe senza Crenna?" )
|